Nuova sede I.P.S.I.A. “Archimede”, comune di Andria
Un ponte tra la tradizione e la modernità urbana: la nuova scuola integrata
Con DDuM Studio
L’edificio è composto da maniche di 2 piani fuori terra, disposte intorno a 2 cortili, uno di uso privato della scuola, l’altro, invece, di uso pubblico; quest’ultimo è attrezzato con elementi di seduta collettiva, e consente l’accesso diretto alla parte pubblica dell’edificio, la biblioteca, la caffetteria, la palestra, l’auditorium sala cinema.
Tale configurazione trae origine da una rilettura dei caratteri tipologici tradizionali degli edifici tipici delle masserie pugliesi organizzati intorno ad una o più corti centrali chiuse o semiaperte che rappresentano il fulcro centrale dell’impianto planimetrico, organizzazione spaziale che consente una migliore razionalizzazione e flessibilità degli ambienti interni, permettendo la compartimentazione dei due blocchi distinti tra funzioni principalmente didattiche e funzioni più urbane. Questa scelta tipologica compone un volume compatto ma svuotato che, adagiandosi sul lotto di progetto, subisce delle “deformazioni” adattandosi e rileggendo la trama agricola dell’uliveto oggi presente, che porta con sé una tessitura obliqua rispetto alla organizzazione ortogonale dei grandi lotti costruiti. Proprio tale inclinazione modifica alcune giaciture del nuovo edificio e disegna lo spazio aperto dell’intero lotto.
Le aree verdi, gli accessi, la sistemazione del verde e dei parcheggi riscrivono tale trama sovrapponendosi a quella ortogonale.
La nuova scuola è inserita in un contesto periurbano connotato dalla commistione tra tessuto agricolo e tessuto urbano di scala sovralocale. L’area si presenta come zona di accesso alla città
costituita da una presenza importante di infrastruttura, data la prossimità del casello autostradale, e dalla penetrazione di un importante asse di collegamento con la costa (Andria-Barletta).
Il contesto è connotato pertanto dalla presenza di diverse aree residuali lasciate dagli svincoli stradali e dal disegno di grandi lotti destinati ad attività terziaria-commerciale. Tuttavia, all’interno di tale tessuto diffuso, restano ancora a testimonianza diverse porzioni agricole coltivate principalmente ad uliveto e difatti la posizione stessa del lotto fa da cerniera all’area agricola circostante. Tale
caratterizzazione è interpretata dal progetto costruendo un edificio che fa da ponte tra quelle che sono le trame agricole e quelli che sono i servizi urbani, in una operazione di rilettura di entrambi e di costruzione di un edificio compatto, introverso per alcuni sensi al fine di preservare le proprie funzioni didattiche, ma allo stesso tempo aperto ai servizi urbani e al paesaggio agricolo circostante.